L’amore è il motore che muove il mondo.
Lo sanno uomini e donne che decidono di stare insieme e vivere il loro sentimento senza riserva alcuna, al punto da decidere di diventare genitori.
Spesso un tale romanticismo viene attribuito solo alla donna, dolce e sognatrice in cerca, prima del principe azzurro, poi di un cuore con cui condividere una capanna ed infine di un bambino, frutto dell’unione con il partner; l’uomo sarebbe invece quasi sempre additato come l’eterno ragazzino, poco incline alla condivisione del tetto coniugale e con una ben poco nota propensione ad avere un figlio e dei sacrifici che comporta.
La notizia del giorno è che questo senso comune, come d’altronde la maggior parte delle volte, non è del tutto vero.
Una recente ricerca condotta da Ruth Feldman, della Bar-Ilan University in Israele, ci svela la verità: le aree cerebrali relative all’affetto genitoriale parrebbero più attive negli uomini innamorati, il che comporterebbe un maggiore interesse nei confronti dell’eventuale arrivo di un bambino.
Lo studio si è svolto sottoponendo 65 persone, sia uomini che donne, sposati o fidanzati e single, ad elettroencefalografia durante la visione di immagini di neonati sconosciuti e dei figli di alcune coppie presenti.
Il risultato strabiliante è stato che, l’attivazione delle aree cerebrali di cui sopra, è risultata molto più forte nelle coppie appena formate rispetto a quelle di lunga data ed a quella dei non accoppiati, sintomo di una innata voglia di maternità ma soprattutto di paternità durante la fase dell’innamoramento, incontrollabile e nascosta ma palese se letta tra le pagine della nostra mente.