A quanti sarà capitato di aver voglia di abbandonare tutto e tutti, scuola o lavoro che sia, per rilassarsi con la persona amata lontano da occhi indiscreti?
E quanti magari lo fanno in questo momento, lasciando per qualche giorno il lavoro e prenotando un nido d’amore da condividere con il partner?
Oggi per noi, la “fuga” d’amore consiste prevalentemente in questo, ma non è stato sempre così.
Alcuni anni fa, tale separazione non era riconosciuta ed “istituzionalizzata” come adesso ed i giovani amanti innamorati, dovevano necessariamente andare contro la mentalità locale, scappando per alcuni giorni in maniera tale da convincere i genitori e dimostrare loro che, oltre ad essere amore vero, era forte al punto tale da costringerli a tanto per raggiungere lo scopo.
Conosciuta come “Fuitina”, la suddetta tradizione nasce infatti in Sicilia, regione in passato non troppo di larghe vedute ed i cui abitanti hanno basato, e basano spesso tutt’ora i propri rapporti, sul concetto di onore, non necessariamente assimilabile ai famosi fatti di cronaca che l’hanno vista più volte protagonista: date le circostanze e le lingue lunghe della gente, i ragazzi solitamente sparivano in maniera tale da consumare l’atto sessuale, divulgare la notizia e rendere dunque palese l’unione.
La fuga prematrimoniale era dunque semplicemente un modo per non fare la fila e passare per la porta sul retro, velocizzando le pratiche tra famiglie che, nonostante eventuali contrasti, erano obbligate a “riparare” al più presto alla condizione dei figli, altrimenti rimasti soli per tutta la vita.
Nel 2012 sono rari i casi in cui i giovani debbano ancora ricorrere alla fuitina, grazie alla libertà di cui ora, il più delle volte, disponiamo rispetto alla scelta del partner, a discapito forse di quella passione ribelle che, un tempo, ci caratterizzava.