“Chi fa la spia non è figlio di…”: sarà questo detto popolare l’ultima risorsa che il coniuge adultero utilizzerà contro i propri domestici, se questi minacceranno di testimoniare davanti ai Giudici in sede di separazione.
Infatti, in caso di tradimenti, essi sono autorizzati a fare la spia ed anzi possono rappresentare una risorsa determinante per vincere la causa davanti ai Giudici. Lo ha deciso la Corte di Cassazione respingendo il ricorso di una donna di Como che, dopo la separazione dal marito, si era vista proprio addossare la colpa del fallimento coniugale sia dal Tribunale di Como, sia dalla Corte d’Appello di Milano l’anno successivo. Non contenta si era rivolta alla Cassazione la quale, con sentenza 5.090 della Prima Sezione civile, ha respinto il ricorso ritenendo valida la testimonianza del collaboratore domestico filippino.
La testimonianza del filippino, valida in quanto “riferita da soggetti vicini alla donna e che ne erano a conoscenza diretta”.
Insomma, l’attribuzione delle responsabilità in caso di fallimento matrimoniale passa per la bocca dei domestici: quindi aumentate loro lo stipendio, se sentite puzza di guai…