Non si vede, si nasconde sotto i veli e il tulle, ma è preziosa e ricercata, la lingerie per il matrimonio aiuta a modellare la figura della sposa, esaltando i punti più belli, celando i difetti.
Bisogna sceglierla nel modo che si adatti all’abito da sposa, e che sia fatta di tessuti che non lascino trasparire cuciture (il tessuto migliore è la microfibra ,morbida, con inserti in pizzo, da scegliere nei colori dell’abito: bianco, avorio, effetto nudo), è meglio acquistarla con un buon anticipo per indossarla anche durante le prove dell’abito e cambiarla se necessario.
Se l’abito ha una scollatura omerale, a taglio, a barchetta o all’americana, il reggiseno deve essere a fascia, in modo che non si vedano le spalline, e deve avere coppe ben disegnate, dall’aderenza perfetta. Se fianchi e addome hanno qualche chilo di troppo e l’abito non è leggerissimo, è meglio indossare un body contenitivo, facendo attenzione che non abbia cuciture troppo evidenti, meglio ancora se senza. Se invece l’abito è molto aderente e le forme sono perfette, si può scegliere un perizoma semplice ed essenziale, senza pizzi o ricami, così la silhuette risulterà ben disegnata. In alternativa al bianco, si può scegliere il color pelle rendendo la lingerie davvero invisibile.
Per quanto concerne le calze, invece, la tradizione suggerisce di indossare quelle velate e finissime, che si avvicinano il più possibile alla tonalità dell’abito e delle scarpe. Oggi poi, con la moda di stare senza calze, si potrà scegliere l’effetto nudo o nulla; il collant assolutamente invisibile. Chi si sposa nel periodo invernale, può decidere anche per calze più pesanti ma non coprenti. Alle calze con reggicalze o autoreggenti, è preferibile scegliere di indossare i collant che segnano molto meno. Si consiglia di sceglierli in tessuto impalpabile, nelle stesse nuances del vestito, preferibilmente in microfibra, essendo questo materiale molto “fasciante”, ben aderente e, al tempo stesso, confortevole in quanto dotato di ampia vestibilità. Il buon senso suggerisce di acquistarne sempre due paia dato che può facilmente accadere che nell’atto di indossarle, si possono smagliare o lesionare irrimediabilmente.
Breve storia sulla giarrettiera
Originariamente la giarrettiera consisteva soltanto in un laccio. La prima volta che il termine viene citato è nell’800 d.C., negli scritti di Eginardo: descrivendo l’abbigliamento di Carlo Magno, parla di “giarrettiere che sostengono le calze del monarca“. Nell’abbigliamento maschile è presente a partire dal 1200. A metà del XIV secolo Edoardo III d’Inghilterra, in seguito ad un incidente occorso alla contessa di Salisbury a un ballo di corte, designa la giarrettiera come simbolo dell’onoreficenza più prestigiosa della corona inglese, l’Ordine della Giarrettiera, lanciando anche il celeberrimo motto presente ancora sullo stemma reale “Honni soit qui mal y pense“.